nuova aggressione fascista a Roma...

 

 

 

 

 

Aggressioni un po' ovunque, metodica ricerca dello scontro di Andrea Colombo


Ieri notte Casalbertone, pochi giorni prima villa Ada e prima ancora decine di episodi grandi e piccoli, aggressioni un po' ovunque, metodica ricerca dello scontro. A Roma tira un'ariaccia da anni '70. Non siamo ancora alle armi da fuoco, però le lame già impazzano. I gruppi dell'estrema destra attaccano e provocano. Poco importa che i vertici delle medesime allegre associazioni siano o no direttamente coinvolti, l'area è comunque quella. Basta farsi un giretto sui blog neofascisti per accorgersi di quali umori circolino da quelle parti.

La risposta della sinistra prima o poi inevitabilmente arriverà. La giostra della violenza è a un pelo dal ripartire a ritmo serrato, nella tarda riproposizione di una guerriglia quotidiana che avrebbe dovuto essere fuori tempo massimo già trent'anni fa. E' ovvio e doveroso chiedere un intervento immediato. Ora, quando è ancora possibile fermare la spirale perversa. Non, sia ben chiaro, l'intervento persecutorio di un'amministrazione di sinistra contro i militanti dell'estrema destra: più semplicemente un'azione contro le aree da cui partono le violenze, e stavolta non ci sono dubbi su quali esse siano. L'ex leader di Terza posizione e poi di Forza nuova Gabriele Adinolfi, è vero, ha argomentato che essendo ispirato il concerto di Villa Ada all' "odio antifascista" la replica a mazzate deve intendersi almeno parzialmente giustificata. Per quanto esecrabili si considerino gli appelli all'odio di qualunque tipo, trattasi di logica non accettabile. Tra note, versi e lame passa una certa differenza. Ma non è che possano bastare i puntuali e un po' liturgici appelli al pronto intervento repressivo. Occorre chiedersi da dove tragga origine questa ripresa della violenza, dove affondi le radici la nostalgia per il clima anni '70 diffusa soprattutto tra i giovanissimi di destra.

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Altra brutta notte per Roma, quella fra mercoledì e giovedì. Alcuni militanti dell'estrema destra cittadina hanno assaltato l'occupazione del Coordinamento di Lotta per la Casa a Casal Bertone, spingendosi fin dentro il cortile del palazzo e ferendo cinque persone, poi trasportate in ambulanza al pronto soccorso. Tre di queste sono donne, una di loro risulta grave per i diversi colpi di arma da taglio sulla schiena e all'inguine.
Gli aggressori - circa quaranta secondo tutte le testimonianze - si sono allontanati all'arrivo delle forze dell'ordine, che si sono frapposte fra questi e gli occupanti dello stabile permettendo alla squadraccia di fuggire pressoché indisturbata.
Durante la conferenza stampa, che si è svolta ieri mattina all'interno dell'edificio, i commenti più duri sono stati rivolti proprio alla condotta della polizia, a cui si attribuisce una negligenza preoccupante verso le violenze squadriste che si susseguono a Roma con un ritmo non più tollerabile. Dopo l'accaduto, un gruppetto si è recato davanti alla sede del Circolo Futurista sede del gruppo ultras Padroni di Casa, appartenente a Fiamma Tricolore, danneggiandolo. E durante il corteo che si è svolto ieri per protesta, i proprietari lo hanno tenuto chiuso e «non dovrebbe proprio riaprire» dice Antonio Medici, vice presidente del Municipio V. La sua è una posizione ampiamente condivisa e molti si dicono d'accordo con questa forma di auto difesa della cittadinanza nei confronti della violenza fascista, definendola, come Emiliano Viccaro di Horus «una risposta della città e del quartiere, un diritto di resistenza».
Il clima politico in città suscita allarme soprattutto alla luce di una saldatura palese fra la destra istituzionale e i gruppi neofascisti e nessun luogo aggregativo può dirsi al sicuro da incursioni simili, elemento su cui richiama l'attenzione Massimiliano Smeriglio, segretario romano del Prc. Risulta evidente poi come certi episodi alimentino emulazione o, peggio, una competizione strisciante fra i distinti gruppi di destra che si traduce nella diffusione capillare della violenza politica e nell'uso delle lame. Occorre ribadire la natura ideologica e la matrice fascista di queste aggressioni e non permettere che vengano declassate a "guerre fra bande". In questo senso, i manifesti di Fiamma Tricolore lasciati sul posto durante la fuga degli aggressori e mostrati ai giornalisti in conferenza stampa dovrebbero parlare da soli.
Un segnale netto a chi forse è convinto di poter agire nell'impunità deve arrivare però, in primo luogo, dalle istituzioni che invece di negare l'evidenza dovrebbero provvedere, secondo Nando Simeone, vice presidente del Consiglio provinciale di Roma, a «revocare le assegnazioni e le concessioni di spazi per le sedi dei neofascisti».
Vero è che la destra cittadina non si fa attendere e si lancia in interpretazioni creative dei fatti, come nel caso del consigliere regionale Francesco Aracri (An), secondo cui gli aggressori sarebbero quelli poi finiti all'ospedale, e che chiede a Veltroni di «chiudere al più presto i centri sociali», riconducendo la violenza in città a un'ottica legalitaria e poliziesca. Gli risponde a distanza Dante Pomponi, assessore alle Politiche per le Periferie, lo Sviluppo Locale e il Lavoro, che dichiara senza mezzi termini la necessità di «operare una netta distinzione fra aggrediti e aggressori perché - continua - chi questa notte (ieri notte, Ndr) è stato come me a piazza De Cristoforis non può avere dubbi su come sono andate le cose». L'assessore informa inoltre di aver espresso già nei giorni scorsi «con una lettera indirizzata al vice capo di Gabinetto del sindaco, preoccupazione rispetto al Circolo futurista di Casal Bertone, che ospita una delle formazioni politiche più dedite a pestaggi e aggressioni» Gli fa eco Adriana Spera (Prc) che, sottolineando la matrice comune degli ultimi episodi di violenza, anticipa che chiederà agli altri membri del Consiglio « di recarci tutti presso la Procura della Repubblica affinché si apra, stavolta definitivamente, una seria inchiesta da parte della magistratura per individuare e punire i colpevoli di questi atti che sono all'evidenza tutti collegati». Sull'episodio si è espresso anche il sindaco di Roma, un «preoccupato» Walter Veltroni: «Nessuno può sottovalutare le ripetute e gravissime aggressioni da parte di forze neofasciste» anche perché «sono i segni ulteriori di un clima che, se non immediatamente contrastato, può portare nuove tragedie». Il caso è arrivato anche in Parlamento, con l'interrogazione dei senatori Prc Giovanni Russo Spena e Haidi Giuliani: «Il ministro Amato deve intervenire per fermare questi episodi di violenza». I senatori chiedono chiarimenti anche per il comportamento delle forze dell'ordine.