E' tornato Luttazzi e ci ha lasciato Enzo Biagi

 

 

Mercoledì è mancato all'età di 87 anni il più importante giornalista italiano Enzo Biagi. Insieme a Daniele Luttazzi e Michele Santoro era stato oggetto del famoso "editto di Sofia" con il quale l'allora presidente del consiglio Berlusconi ne aveva chiesto (e ottenuto) l'allontanamento dalla Rai. Biagi ci ha lasciato e ben più autorevoli ed importanti firme hanno raccontato o racconteranno di lui, contemporaneamente però è doveroso segnalare che finalmente (ma non in Rai!) torna anche il comico Luttazzi con la sua trasmissione Decameron in onda tutti i sabati alle 23.30 su "La 7". Un piccolo spiraglio di libertà e una buona occasione per ridere e riflettere.

 

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Torna Luttazzi ed è subito horror
di Norma Rangeri da www.ilmanifesto.it

Daniele Luttazzi torna in tv dal lungo esilio bulgaro e vomita sui telespettatori tutta la rabbia accumulata nei cinque anni passati a difendersi dagli avvocati berlusconiani. Alla fine ha vinto il comico romagnolo, i magistrati hanno stabilito che la famosa intervista a Marco Travaglio, sulle origini delle fortune del cavaliere, era tutta roba autentica, Luttazzi non ha diffamato nessuno. Ma non dev'essere stato facile vivere avendo sulla testa la spada di 41 miliardi delle vecchie lire come richiesta di risarcimento.
Il titolo e il sottotitolo raccontano bene il nuovo programma: Decameron, politica, sesso, religione e morte. E fin dalle prime battute è stato subito chiaro che il sabato sera su La7 andrà in onda «una comicità dura per tempi insaziabili», una satira horror, senza dolcificante, secondo lo stile crudo e amaro di Luttazzi. Naturalmente si parla di politica, con un iniziale lenzuolata di argomenti (precariato, conflitto di interessi, legge-tv, guerra, G8, indulto) che rendono difficile sostenere questo governo: «perché l'ho votato? perché avevo presente la squallida alternativa».
Si comincia dalle immagini storiche del Berlusconi bulgaro, salutato da un classico pernacchio. Come dire: punto e a capo.
Tanto lo spettacolo teatrale di Luttazzi è un one-man-show caldo, tanto questo viaggio televisivo è freddo e sofisticato, a cominciare dalle impalpabili, metafisiche scenografie che accolgono i monologhi dell'attore e le scenette recitate da altri. Con la regia di Franza Di Rosa, Decameron si spezzetta in una serie di siparietti, un concentrato di informazioni, come avevamo già visto fare a Sabina Guzzanti nel suo censuratissimo Raiot. Su cosa si fa satira se al pubblico della tv mancano le notizie di base? I comici svolgono un lavoro di supplenza, è necessario ricostruire un patrimonio comune di conoscenze per poi tentare di riderci su. Così il teatrino sui Dialoghi platonici, dedicato ai preti e alla pedofilia, è un fittissimo copia e incolla dei fatti relativi al gigantesco scandalo della diocesi di Los Angeles, con una breve storia dell'istituzione del celibato, tutto recitato da attori in costume da antichi greci. Alla fine molto di quel che dicono si perde, e si fatica ad acchiappare la battuta migliore («io non ho mai fatto sesso con i bambini, non sono così religioso»).
Gli ascolti della prima puntata di uno show non sono mai indicativi e vista l'ora e la rete, nemmeno troppo importanti, in ogni caso l'incredibile volo fin sotto la soglia del 7 per cento è un piccolo record beneaugurante.
nrangeri@ilmanifesto.it

 

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