Basta morti sulle strade! Intervista all'Assessore Abate

Intervista all'Assessore provinciale alla Sicurezza Stradale Marco Abate di domenica 5 agosto su "La Stampa"

In una settimana il Biellese ha registrato un tragico record: 4 morti, tutti giovani. Ogni volta che un episodio simile ci tocca da vicino, si innescano pensieri di dolore e rabbia. Ci chiediamo: come è possibile? Cosa dobbiamo fare?

Ecco, assessore, che cosa dobbiamo fare?

«Nessuno ha una soluzione immediata e facile. Di certo rimedi strutturali, tecnici e politici devono integrarsi per elaborare le soluzioni necessarie, ma senza un profondo cambiamento, senza una seria riflessione individuale e collettiva sui nostri comportamenti e sulla nostra condotta morale non andiamo da nessuna parte. E’ chiaro che nessuno sottovaluta il problema, ma la babele di proposte ogni volta che i numeri si impennano riflette una confusione che appartiene a tutti, dal legislatore agli automobilisti».

Intanto i bilanci si appesantiscono.

«Voglio essere chiaro: molte delle proposte e delle iniziative che fino a qui ho ascoltato o visto all’opera non funzionano. Forse è l’approccio al problema ad esserer sbagliato. Affrontiamo la questione come un’emergenza e ne perdiamo di vista l’aspetto costitutivo. Siano di fronte a una tragedia che non si ferma mai».

Eppure il legislatore di iniziative ne ha messe in campo...

«Vietare e sanzionare non serve. Non mi pare che la causa stia sempre nell’indisciplina degli automobilisti, che esiste e va corretta, sia chiaro. Penso invece a cause di tipo etico e psicologico, legate all’imperizia».

Spieghi meglio.

«Se un ragazzo di 25 anni, dopo una serata con gli amici sente il bisogno di velocità, di ebbrezza, credo sia in difficoltà. Sappiamo che cosa vuol dire sentirsi invulnerabili, padroni della realtà, ma qual è il meccanismno per cui la velocità in auto diventa una sorta di affermazione della propria personalità? Spingere l’acceleratore per raggiungere i 200 orari è un segno di talento? Ci fa sentire qualcuno»?

Tutti dallo psicologo, allora?

«No, qui è in atto un ribaltamento di valori che non riguarda solo i giovani. Siamo al messaggio “Corri e vincerai’’, per raggiungere il successo: gli strumenti sono una bella auto, il cellulare, le scarpe, l’orologio alla moda. I ragazzi ci credono, ma quel che è peggio ci crediamo anche noi. Può sembrare un paradosso, ma per salvare vite umane dobbiamo intervenire sui pensieri, sulle immagini, sulle parole con cui ci rapportiamo con il mondo: la distratta convinzione di vivere in un film o in un videogioco è fatale».

Assessore, ha parlato però di imperizia degli automobilisti.

«Sì, spesso ci sono automobilisti del tutto ignari dello strumento che utilizzano. Quando uno è sicuro, aumenta la velocità e prende qualche rischio. Quando è insicuro finisce per diventare un pericolo: essere lenti è un comportamento che le strade non perdonano. D’altro canto una migliore selezione o un addestramento più approfondito alla guida potrebbero migliorare le cose, ma la prospettiva non mi convince: finiremmo per avere le strade piene di piloti. Morti».

Quindi?

«Dobbiamo agire sulla mentalità, tornare al buon senso. Quando si sale in auto occorre consapevolezza e, se si sale in auto per le vacanze, come in queste ore, ebbene allora meglio godersela davvero questa vacanza, possibilmente senza rischiare su velocità e comportamenti spavaldi».