CUBA SI YANCHEE NO

Stimato/a amico/a,

 

L’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli, ICAP, ha compiuto mezzo secolo di vita.

 

L’organizzazione è stata creata, come sai, per promuovere l’importante movimento di solidarietà a favore dell’allora nascente Rivoluzione cubana, movimento che esiste ancora oggi e di cui anche tu fai parte, insieme ad altri compagni e compagne.

 

Il testo che allego al presente messaggio è quello relativo al discorso pronunciato da Ricardo Alarcon, Presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, in occasione del 50° Anniversario dell’ICAP.

 

Ti chiedo per favore che, a nome nostro, tu lo diffonda ad altri compagni e compagne che fanno parte della tua organizzazione.

 

Oltre a quanto detto da Alarcón, desidero aggiungere un profondo e sincero ringraziamento a nome mio e degli altri collaboratori dell’Ambasciata e confermarti che, con Voi al nostro fianco, la Rivoluzione è più forte, in quanto battaglie come la verità sui Cinque Eroi e la diffusione di quanto è stato realizzato nel nostro paese per il godimento ed il riipetto delle libertà fondamentali degli esseri umani, non sarebbero state possibili senza il vostro aiuto.

 

Sinceramente,

 

 

 

Milagros Carina Soto Agüero

Ambasciatore di Cuba in Italia

 

 

 

MEZZO SECOLO DI SOLIDARIETÀ

Ricardo Alarcón de Quesada

Parole nell’Atto per il 50 Anniversario dell'Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli, l'Avana, 28 dicembre, 2010

 

Compagne e compagni:

Quando il 30 dicembre 1960 il governo rivoluzionario creò l'Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli, Cuba era stretta dalla minaccia imminente dell'aggressione militare. A quell’epoca, milioni di cubane e cubani erano in allerta, preparandosi per l'attacco che avrebbe potuto accadere in qualsiasi momento.

Giungevano al loro culmine due anni di creazione infaticabile, eravamo stati capaci di smantellare le strutture putride del vecchio regime, ci preparavamo ad una ardua lotta contro lo sfruttamento, l'ignoranza e i vizi del passato, avevamo eliminato completamente la disoccupazione, erano nostre le fabbriche e i servizi pubblici, avanzava la riforma agraria e la campagna d’alfabetizzazione, vivevamo con l'allegria della libertà conquistata dopo grandi sacrifici e ci ostinavamo a far regnare la giustizia nella nostra terra finalmente emancipata.

Erano giorni luminosi ma anche pieni di pericoli. Dal primo gennaio 1959, l'impero che tratta Cuba come se l'isola fosse sua, scatenó contro il nostro popolo la guerra economica, fece pressione su altri paesi per cercare di isolarci totalmente, diede protezione ai torturatori ed assassini di Batista ed ai suoi seguaci e li organizzò, armò, preparò e diresse per invadere il paese ed obbligarci a ritornare all'ignominia e alla miseria. Affrontavamo un impero che allora era al culmine del suo potere, dominava totalmente l'emisfero occidentale ed imponeva la sua egemonia in tutto il pianeta.

Cominciava la vera scoperta dell'isola di Cuba. La nostra eroica resistenza stupiva il mondo. La sua Rivoluzione si convertí in "un permanente incitamento alla nobile curiosità umana da tutti gli angoli della terra e specialmente in America Latina" come espresse la Legge 901 fondatrice dell'ICAP su iniziativa di Fidel Castro.

Sono stati cinquanta anni di incessante lavoro. Vada il nostro riconoscimento a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori di questa Istituzione per il loro contributo, molte volte anonimo, alla solidarietà e all'amicizia tra il popolo cubano e gli altri popoli. Coloro che iniziarono questo nobile lavoro ed i loro continuatori fino ad oggi meritano la nostra gratitudine.

Facciamo un omaggio speciale, soprattutto, a coloro che fuori di qui, durante questi lunghi anni, ci hanno offerto permanente appoggio. A coloro che sono stati capaci di sopportare la persecuzione e l'ostilità, a coloro che non si sono piegati davanti alle pressioni o alle minacce, a coloro che non sono stati schiacciati dalle calunnie e dall'inganno, a coloro che hanno saputo fidarsi di Cuba ed amarla.

Perché contro Cuba e la sua Rivoluzione l'impero non ha impiegato solamente la forza militare, il terrorismo, i sabotaggi e la più feroce e amplia aggressione economica, il suo blocco genocida che ebbe inizio prima che nascesse l'ICAP, prima che nascesse la maggior parte della popolazione cubana attuale.  Contro Cuba e la sua Rivoluzione l'impero ha impiegato anche e specialmente, la bugia e l’occultamento della verità.

In questo terreno, quello della manipolazione delle informazioni e della falsificazione della realtà, l'impero ha creato una macchina gigantesca alla quale dedica innumerevoli risorse di ogni tipo.

Ora non è più l'automobile il simbolo della società nordamericana. Già da molto tempo è stata relegata ad un piano secondario dall'industria della bugia, che su grande scala e massivamente adultera i fatti, perverte le coscienze e promuove l'abbrutimento degli esseri umani. I suoi strumenti sono le grandi corporazioni che dominano i cosiddetti mezzi di comunicazione e sono padroni delle più poderose imprese di cinema, radio e televisione.

Mercanteggiano la cultura e la riducono a divertimento banale; nascondono o giustificano i peggiori crimini; distorcono i fatti di cronaca e mentono; fomentano l'egoismo e la brama, il materialismo e la volgarità; spogliano l'essere umano dei suoi ideali, della sua capacità di pensare ed amare. Portano a termine un implacabile offensiva anti umanista di cui il popolo nordamericano è la prima e principale vittima.

Gli Stati Uniti sono, dalla loro origine, un paese imperialista e razzista como ricorda Noam Chomsky in un testo recente. Il loro potere si concentra oggi, tuttavia, in un enorme, aberrante, industria bellica capace di distruggere il pianeta molte volte ed il loro arsenale propagandistico gli permette di addormentare e raggirare.

Ma il popolo nordamericano non è imperialista né razzista. È un popolo che ha bisogno di vivere in pace con gli altri e che ha il diritto di costruire dentro le sue frontiere una società giusta e veramente libera, qualcosa che non potrà ottenere finchè non si liberi del controllo che su di esso esercita una plutocrazia ignorante e perversa.

Con questo potere gli imperialisti hanno potuto esercitare contro il popolo cubano il genocidio più prolungato della storia, per questo possono continuare a proteggere nel loro stesso territorio i peggiori assassini -, come quello che ha appena pubblicato a Miami un libro infame in cui si vanta delle sue malefatte -, perciò mantengono in ingiusta e crudele detenzione i cinque giovani che hanno sacrificato le loro vite per salvare il loro popolo ed il mondo dal terrorismo che Washington tollera impunemente.

Adesso, quando si avvicina il giorno in cui gli Stati Uniti devono rispondere alla petizione di habeas corpus domini a favore di Gerardo Hernández Nordelo, il suo ultimo ricorso legale, alcuni mezzi nordamericani lo calunniano miserabilmente e vigliaccamente e cercano d’ingannare e deviare l'attenzione per confondere il movimento di solidarietà. Indipendentemente dal diritto irrinunciabile di Cuba a difendere la sua sovranità, nel processo realizzato contro Gerardo e i suoi compagni a Miami non è stata presentata alcuna prova che lo vincolasse al deplorevole incidente del 24 febbraio 1996. In quest’ora decisiva vogliono farci dimenticare che a maggio 2001 in una drammatica ed urgente istanza alla Corte d’Appello la stessa Procura ha riconosciuto che non c’erano prove e ha richiesto di modificare l'accusa originaria presentata contro il nostro compagno. Malgrado ciò è stato condannato con brutale eccesso per un presunto delitto mai esistito e con il quale, in ogni caso, Gerardo non aveva assolutamente nulla a che vedere. È impossibile trovare un esempio di simile ingiustizia.

Esortiamo il movimento di solidarietà e tutta la gente onesta ad alzare le sue voce in difesa di Gerardo. Il governo degli Stati Uniti sappia che lui è innocente e che non hanno mai avuto prove per accusarlo. Bisogna esigere che li mettano in libertà ora: lui, Ramón, Antonio, Fernando e René, Cinque Eroi della Repubblica di Cuba. Il Presidente Obama può e deve liberarli adesso, senza condizioni, immediatamente. Tutti ed ognuno di loro, i Cinque, senza eccezione.

Che esigere ciò senza riposo sia la nostra promessa dell’Anno Nuovo. Che il mondo intero lo chieda al Presidente Obama. Lui sa che si può e che deve farlo.

Compagne e Compagni:

La solidarietà è il baluardo e la linfa della Rivoluzione. Lo è stata sempre per noi dal 1868 quando, nel nostro Ottobre glorioso, iniziammo una lotta inseparabile per l'indipendenza nazionale e per l'abolizione della schiavitù, la servitù e la discriminazione degli esseri  umani.

Dalla Guerra Grande figli di altre terre vennero a combattere con noi per la nostra libertà. Il Partito di José Martí è stato un partito internazionalista creato anche per ottenere l'indipendenza di Porto Rico e l'unità della Nostra America. Furono molti i nostri concittadini che se ne andarono da qui e come emigranti diedero le loro vite per la Repubblica spagnola.

Nell'ultimo mezzo secolo è stata ampia e generosa la solidarietà che Cuba ha ricevuto ed lo è stata anche quella che ha offerto il nostro popolo. Come dimenticare, un giorno come oggi, i fratelli che furono a combattere fino all'ultimo respiro in altre terre? come dimenticare il Che ed i molti che furono capaci di essere come lui?

Salutiamo anche le decine di migliaia di collaboratori che sono andati nei più remoti angoli ad aiutare altri, a portare salute ed educazione, riproducendo uno spirito internazionalista e solidale da cui è nata la Patria e che sempre vivrà in essa.

Il mondo è stato solidale con Cuba perché Cuba ha significato molto per il mondo. Perché la sua Rivoluzione è stata un esempio che ha inspirato altri a perseverare nella lotta fino a conquistare la vera indipendenza e la giustizia, le stesse che illuminano ora con la loro Alba il futuro americano.

Noi cubani e cubane ci impegnamo ora in un ampio esercizio democratico per discutere e ricordare, con tutte e tutti, senza escludere nessuno, le azioni che dobbiamo intraprendere per correggere errori, eliminare difetti ed introdurre i cambiamenti che si necessitano affinché il nostro progetto sia più efficiente, razionale e giusto. Lo facciamo in un paese che continua ad essere vittima del blocco, della persecuzione e dell'aggressione di chi è ancora la più forte potenza economica e che non si stanca di affittare mercenari disposti a tradire la Patria, ficcanasi che non credono nemmeno in chi gli paga il salario, come confermano i loro stessi rapporti confidenziali rivelati da Wikileaks.

Il popolo di Cuba è qualcosa di ben differente. Un popolo, che nessuno lo dimentichi mai, che si è forgiato, precisamente, nella lotta contro due imperi ed i suoi adoratori servitori creoli e che si è forgiato in una battaglia molto lunga in cui le mete sono state sempre l'indipendenza assoluta e la giustizia piena per creare una società che ha come fondamento la solidarietà tra i cubani.

Cambieremo tutto ciò che deve essere cambiato. Insieme faremo ciò che sia necessario, e lo faremo noi stessi, senza copiare nessuno, senza fare concessione alcuna a coloro che ci odiano e disprezzano e saremo capaci di rendere realtà un socialismo migliore, il nostro, quello cubano.

Compiremo così anche il nostro dovere nei confronti di quelli che in qualsiasi luogo lottano per un mondo migliore.

Il movimento internazionale di solidarietà con questa isola è nato mezzo secolo fà quando affrontavamo una sfida che sembrava insuperabile. Siamo stati capaci di vincere ed arrivare fino qui.

Sono grandi le sfide che abbiamo di fronte. Sapremo superarle. Saremo fedeli ai nostri martiri, saremo leali nei confronti di chi in tutto il mondo ci ha accompagnato in questa lunga, dura e bella lotta.

Cuba prevarrà. Il nostro socialismo trionferà. Saremo capaci di continuare a lottare, tutti uniti, fino alla vittoria sempre.

 

Parole nell’Atto per il 50 Anniversario dell'Istituto Cubano di Amicizia con i

Dove:

Image Galleries:

Commenti

Ritratto di valter clemente

 

 

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

 

Iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale al n° 82

Codice fiscale 96233920584

Segreteria: via P. Borsieri, 4  20159 MILANO tel.+39.02.680862  fax+39.02.683037

amicuba@tiscali.it  www.italia-cuba.it

 

 

 

Comunicato stampa dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia - Cuba sulle riforme economiche a Cuba

 

La Rivoluzione cubana compie 52 anni di vittoriosa esistenza. Oggi è più viva che mai e, con la volontà della sua classe dirigente e di tutto il popolo, continua nella costruzione di una società socialista, avanzando nello sviluppo e nell'aggiornamento del modello economico da seguire, consolidando le conquiste raggiunte.

 

La Direzione del Governo ha elaborato misure che garantiscano e attivino i cambi necessari e improrogabili da inserire nell’economia e nella società, per trasformare e rendere più efficiente l’attuale processo produttivo e lavorativo.

 

I mass-media internazionali fanno a gara nel mentire sulle centinaia di licenziamenti in atto senza spiegare quello che realmente sta accadendo nell’Isola.

 

Cuba deve con urgenza avanzare economicamente, organizzare meglio la sua produzione. Le linee guida che la dirigenza dello Stato ha deciso per il  2011 prevedono la riduzione di oltre 500.000 posti di lavoro nel settore statale - nel cui organico attuale si stima un eccesso di oltre un milione - e il loro contemporaneo incremento nel settore non statale, individuando nuove forme di occupazione come l’affidamento in gestione di piccoli negozi, l’usufrutto, le cooperative e la libera professione.

 

La grande stampa dei monopoli non dirà mai che le misure che oggi vengono attivate e quelle che saranno approvate dal VI Congresso del PCC sono frutto di un’analisi opportuna e riflessiva e delle proposte che il popolo ha espresso nei mesi scorsi nel dibattito che è stato promosso a Cuba sul futuro della Rivoluzione. Per mesi tutto il popolo ha avuto l’opportunità di esprimere le proprie opinioni sulla società e sulla Rivoluzione cubana e sul futuro del socialismo a Cuba. Tale dibattito è continuato all’interno di ogni settore produttivo e sociale, affinché si proponessero tutte le soluzioni possibili per diagnosticare e correggere, settorialmente e integralmente, le deficienze del  modello economico. Tutte le opinioni, tutte, sono state raccolte dal Partito e dalla dirigenza del paese e rappresentano la bussola che segna il processo che oggi ha raggiunto una nuova fase.

 

Con queste discussioni  il popolo cubano si avvia verso il VI Congresso del PCC, che è già iniziato nelle strade, nelle case, nelle industrie, in tutti gli angoli del paese, con l’analisi critica da parte di tutta la popolazione delle Linee Guida della Politica Economica e Sociale, documento che è frutto di precedenti discussioni e che recepirà ancora le opinioni e i suggerimenti finali che saranno dibattuti e approvati dai delegati al VI Congresso del PCC.

 

Nessun mezzo di informazione cita il fatto che la riorganizzazione lavorativa ha tra i suoi obiettivi anche quello di reindirizzare una buona parte della forza lavoro verso altri settori produttivi che l’economia del paese oggi richiede. Inoltre, poco più del 20% di quei 500.000 lavoratori cambierà soltanto la forma di gestione, mai la sua occupazione, con un alleggerimento del carico finanziario dello Stato che si trasformerà in una maggiore efficienza nella produzione e nei servizi.

 

A tutto ciò bisogna aggiungere che è nota la ferma volontà dello Stato socialista di mantenere le sue conquiste sociali e di non lasciare senza garanzie alcun lavoratore, ma offrendogli nuove formule più sostenibili.

 

Mentre nel nostro paese un manager come Marchionne cancella i diritti degli operai, a Cuba è il popolo intero che discute sul proprio futuro.

Ma questo non fa gola ai mass media di tutto il mondo. Meglio infangare o nascondere le conquiste della Rivoluzione piuttosto che dire la verità.

 

Segreteria Nazionale

Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba